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Monte Legnone |
Monte Legnone |
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In
questa pagina proponiamo un itinerario che porta sul Monte Legnone, uno
sperone calcareo che, alla stessa altezza del Sacro Monte, divide la
Rasa da Brinzio. |
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Si
inizia la salita lungo partendo dal parcheggio del centro di fondo a
Brinzio verso il versante nord del Campo dei Fiori, la strada è quella
che anticamente congiungeva la Rasa a Brinzio. La pendenza non è banale
anche se assolutamente camminabile, il
fondo sembra essere stato rifatto in epoca recente. Si snoda in una
trincea abbastanza profonda scavata nella faggeta. Questo itinerario è
da percorrere in primavera, è quindi assai probabile che vi sia acqua di
scolo lungo il percorso, non sarà da molto che sul versante nord del
campo dei fiori è scomparsa la neve e le piogge sempre abbondanti nel
periodo fanno il resto.
Le foglie secche di faggio, molto tenaci e
scivolose, in alcuni punti formano cumuli notevoli, vedendone la
quantità non mi stupisco dell’accumulo che si forma nel laghetto di
Brinzio in corrispondenza dell’entrata del torrente che ci ha fatto da
traccia per tutta la salita, l’Intrino.
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Lungo
la salita si trova il masso erratico di Brinzio, in sostanza un enorme
"sassone", che da un punto di vista della tipologia di roccia non ha
nulla a che vedere con quelle presenti tra campo dei Fiori e Martica,
portato li dal ghiacciaio che, 17000 anni, fa ricopriva l’area del Lago
Maggiore e le valli limitrofe. Il fenomeno è abbastanza comune, a causa
della enorme forza erosiva del ghiacciaio spesso le montagne si
frantumano e i massi rimangono inglobati. Lo scorrimento della lingua
ghiacciata verso la zona della morena, negli anni, forse secoli,
trasposta quindi il masso fino a quando non lo deposita nella zona di
scioglimento. Non è possibile sapere quando con precisione, ovviamente,
in ogni caso si trova a ridosso della zona di scioglimento della lingua
ghiacciata che stava dietro Campo dei Fiori, la sua morena ha generato
l’accumulo di materiale della Motta Rossa, che di fatto taglia in due la
valle dell’Olona (che nasce alla Rasa) separandola da Brinzio. In quel
punto si trova anche lo spartiacque Po – Ticino, il fiumiciattolo che da
li va nel laghetto scorre verso nord e finisce in Valcuvia e poi nel
Verbano, L’Olona che scorre verso sud è uno degli immissari minori del
Po.
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Dopo
il masso erratico salendo ancora abbiamo superato una sorgente e siamo
arrivati nella zona del Passo Verrò. Un piccolo pianoro in parte coperto
dalla faggeta e in parte occupato da una zona umida con un pantano in
quota, ben visibili le arature fatte dai cinghiali che evidentemente li
trovano radici commestibili e facili da scavare, proprio perché il
terreno è morbido e umido.
Da li parte una stradina che va verso la Rasa,
un sentiero verso Campo dei Fiori e un sentierino poco segnalato verso
il Legnone.
Una volta questa era la strada che congiungeva
Rasa e Brinzio, sembra incredibile che per andare da un paese all’altro
si dovesse percorrere un passo. Infatti Brinzio è stato sempre
abbastanza isolato, non penso sia un caso che, ancora oggi, sia Diocesi
di Como e quindi di rito Romano, mentre tutto il resto, o quasi, della
provincia è Diocesi di Milano. |
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Da
li si prosegue di fatto senza sentiero tracciato su un crinale
abbastanza ripido e si arriva al limite della
foresta di faggio. Immediatamente il sottobosco cambia, mughetti
appena fioriti (siamo abbastanza in quota) e soprattutto la prima peonia
selvatica dal fiore di un rosa intensissimo con un diametro di una
quindicina di centimetri.
Ancora, praticamente in piano, fino alla cima
dello sperone calcareo del Legnone. Penso che anni fa ci fosse una
croce, stile Poncione di Ganna, adesso è rimasto solo il basamento in
cemento e sassi.
Da li c’è un bel panorama sia verso la pianura
che verso la Svizzera davvero notevole. Molte le peonie aperte e in
bocciolo. Abbiamo però trovato altri fiorellini che formano una specie
di cuscino fittissimo dal profumo intenso e il colore rosa, davvero
inaspettati. |
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Il ritorno è stato abbastanza veloce, tutto
sommato la lunghezza dell’itinerario non è eccessiva, non penso superi i
2,5 km, anche se il dislivello non è poi da sottovalutare, prossimo ai
400 mt.
Il commento di molti di chi ha percorso questo
itinerario convergeva sulla constatazione che sono parecchi i posti
belli “dietro l’angolo” da poter scoprire e visitare in mezza giornata,
senza faticare troppo, che non necessitino di attrezzatura particolare e
tutto sommato abbastanza accessibili.
Questa la cronaca di una domenica mattina in
mezzo ad un bosco, dietro l’angolo di casa.
Un ringraziamento a Sara Sinigaglia,
guida affidabile e precisa, oltre che competente.
A Claudio invece devo lo stimolo a
raccontare questa esperienza e la promessa di ripercorrere l'itinerario
insieme.
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Pino Farè
fare.pino@alice.it |
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